A lezione di birra con l'Ambasciatore

Ci siamo conosciuti una sera d'estate del 1990, mi è stata presentata dal mio amico Bernard. Lei era bionda, tonda, gustosa; aveva un profumo nuovo, diverso rispetto alle altre, fruttato. Prima di lei non ero mai uscito fuori di testa già al primo contatto ( in quel frangente mi chiusi una mano in un armadio e risi come un ebete).
Da allora lei e le sue sorelle -si lo so, sono un vizioso- mi sono rimaste nel cuore ed ogni volta che posso corro ad incontrarle per conoscerle meglio.
Si chiamava Duvel, ed era la mia prima birra belga.

 

L'incontro, questa volta, ha i caratteri dell'ufficialità in quanto Cesare Assolari, Gran Maestro dell'Ambasciata  per l'Italia della "Confrerie Sosson d'Orvaulx", ci guiderà in un percorso di introduzione all'amata bevanda. Il luogo prescelto per il rendez vous è la Loco for drinks, con i fratelli Fabio e Giuseppe Ditto a fare da padroni di casa.

Fabio Ditto, Cesare Assolari, Rosaria Castaldo

Assolari è un gran comunicatore e riesce subito ad introdurre i fortunati discepoli presenti nel mondo della birra belga. Non è davvero esagerato parlare di mondo: nonostante il paese sia grande quanto una delle nostre Regioni, il Belgio è l'unico paese dove vengono prodotte birre di tutti gli stili.

Cesare Assolari

Affrontiamo nel corso del pomeriggio diversi argomenti, dalla produzione dei malti alla scelta delle acque necessaria a fabbricare birra, passando per aneddoti sulla storia della birra e per l'approfondimento di alcuni stili brassicoli, materie che per la vastità ed il piacere di approfondire tratterò in singoli post.
Non posso però esimermi dal raccontare almeno una storia, quella relativa alle Lambic, birra prodotta esclusivamente in Belgio e che porta in dimensioni quasi magiche.
La Lambic, prodotta solo nel Payottenland, una regione a sud di Bruxelles prevede tra gli ingredienti acqua, malto e luppolo. Il lievito, non viene inoculato come in ogni altra birra di ogni altra parte del mondo, ma è nell'aria della valle della Senne. In pratica i tini nei quali viene raccolto il mosto vengono lasciati aperti ed esposti all'azione di questi lieviti selvatici. Ne risulta una birra riconoscibilissima e dal gusto unico: secca, quasi vinosa e dal retrogusto acidulo.

Ovviamente un corso che si rispetti prevede una parte pratica oltre quella teorica e dunque tra una discussione e l'altra degustiamo  birre  Tongerlo e Charles Quint, abbinate ai piatti proposti da Venerando Velastro, uno dei maghi del barbecue campano, e Valerio Fulgenzi, chef che abbiamo incontrato già al salumificio Cillo di Airola.

Rosaria Castaldo con Chef Valerio Fulgenzi

Venerando Velastro
Le Tongerlo, sono birre d'abbazia, prodotte secondo la ricetta base dei monaci Norbertini, dalle gradazioni non particolarmente alte per gli standard delle ale belghe (6°). 



La blond, dal sapore dolce e fruttato, è la vincitrice del World Beer Award 2014, uno dei concorsi internazionali che decretano annualmente la migliore birra del mondo.



La bruin, dallo chapeau di schiuma importante e cremoso (abbiamo imparato che anche la schiuma assume colori diversi in base alla tostatura dei malti), è corposa con note di liquirizia e frutta matura.



La degustazione è continuata con le Charles Quint, birre di grande importanza, sono dedicate ad uno dei più grandi imperatori della storia, nonchè amante della nostra bevanda che gustava in boccali con 4 manici (pretendeva di averne sempre uno da impugnare quando la servivano). E' proposta in tre versioni ale:  bionda, rossa e strong.



E' stato interessante dibattere tra noi, moderati da Rosaria Castaldo, sulle diverse percezioni di ognuno. A me, ha particolarmente colpito la Ruby, con quel colore rubino che spiccava alla luce e i suoi odori intensi; al gusto è prima dolce, poi un lieve amaro, molto piacevole, quasi agrumato.



Mi piacerebbe continuare a descrivere le altre, ma arrivati alla quarta birra, nonostante il suggerimento dell'ambasciatore di Orval di non bere proprio tutto il bicchiere (...), ha preso il sopravvento la parte più ludica dell'incontro, quando dei perfetti sconosciuti man mano che si è proceduto nella degustazione sono diventati prima conoscenti, poi amici ed infine fratelli...
Con i fratelli Mazzocco
Assolari ci ha spiegato dell'Ommegang, il nome di una delle birre Charles V ma soprattutto la festa in costume che rievoca ogni anno sulla Grand Place di Bruxelles l'arrivo dell'imperatore per presentare suo figlio Filippo II alla nobiltà del tempo e alle rappresentanze di tutte le città da lui conquistate (tra cui Napoli). 



In effetti, a questo punto, la suggestione vera era nell'immaginarci in costume medievale a sbroccare da carri allegorici piuttosto che soffermarci sui sentori emanati dalle ottime birre in degustazione.

Baccala grigliato con gazpacho di peperone

"Sushi" del Sannio con purea di zucca
Il corso è alle battute conclusive ed è il momento del bilancio; più che positiva la modalità di proposta, dalla scelta di riunire food bloggers affamati (assetati come direbbe Rosaria) di conoscenza ed i professionisti che proporranno nei loro locali la propria selezione di birre, agli abbinamenti (anch'essi dibattuti) con il cibo. Assolari è un appassionato cultore della materia, dalla straordinaria competenza ed un intelligente relatore, i nostri ospiti, i fratelli Ditto,  sono stati perfetti.


Selfie con food bloggers

Tra i food bloggers presenti mi piace ricordare Fabio D'Amore di Assaggidiviaggio, Evelina Bruno di Scriveve.it e Rosa D'Anna di Cookinginrosa dei quali invito a frequentare i post e gli strepitosi fratelli Mazzocco, gli appassionati del buon cibo per antonomasia, sempre presenti in queste occasioni. Tra i locali presenti il Notthingam e il Frank Malone di Napoli e  lo You too e il C'era una volta in America di Caserta.



La serata si conclude con un (ennesimo) brindisi ed un panettone alla Charles V, scottato alla brace e accompagnato da una deliziosa crema: à la notre, à la votre, à tout le monde!


Corsisti prima delle degustazioni

Corsisti dopo le degustazioni




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